L’anima green di Ferla nella sua Parete verde

Duemila abitanti, i Monti Iblei come cornice speciale, e un cuore che pulsa amore per l’ambiente e voglia di fare. Siamo a Ferla, comune del siracusano che da poco più di dieci anni è protagonista di un progetto ambientale che lo ha reso famoso nel mondo. Perché spesso sono le piccole realtà e le piccole azioni a fare davvero la differenza, e Ferla con la sua Parete verde ne è esempio reale e virtuoso.

 

Ferla vota l’ambiente

Quando ancora la tematica ambientale era lontana dai dibattiti pubblici – figuriamoci in un comune dell’entroterra siciliano di un paio di migliaia di abitanti –, quando gli Enti locali sceglievano di esternalizzare la gestione dei loro servizi, a Ferla un giovane sindaco decise di andare in controtendenza inserendo il green nel suo programma politico e avviando un cambiamento culturale e sociale, prima ancora che economico e gestionale della res publica ambientale e in particolare della risorsa idrica comunale.

Era il 2011 infatti quando Michelangelo Giansiracusa, neo-eletto primo cittadino, scelse di internalizzare la gestione del servizio idrico integrato ricorrendo a risorse comunali e a fondi pubblici (regionali e comunitari) per intervenire a poco a poco su tutte le fasi del processo idrico, dalla captazione all’adduzione alla depurazione delle acque.

L’obiettivo era (ed è) un’amministrazione più efficace e insieme più economica della risorsa idrica da raggiungere sia attraverso macro azioni (soprattutto sulle infrastrutture esistenti e sulla rete idrica interna), ma anche attraverso piccoli interventi, come ci racconta lo stesso sindaco: “Il nostro Comune è stato uno di primi della provincia di Siracusa a dotarsi di una casa dell’acqua che non solo ha portato a un risparmio importante di Co2, ma che soprattutto ha abituato la cittadinanza a un uso più responsabile e più fiducioso della risorsa idrica che per qualità è tra le migliori in tutta Europa”. Insomma, tutta una serie di interventi strutturali e amministrativi di sostenibilità ambientale che continuano a impegnare il comune ferlese.

 

Wall2Water: il case study internazionale di Ferla

Ma è con la Parete verde che Ferla diventa un vero case study internazionale. Nel 2022 il Comune si è infatti avvalso del supporto di Svi.Med., ente no profit impegnato in progetti di sviluppo sostenibile che ha realizzato su una parete dell’unica scuola presente a Ferla, l’Istituto Comprensivo Statale Valle dell’Anapo, un innovativo sistema per raccogliere, trattare e riutilizzare le acque grigie: “Si tratta di un impianto in grado di trasformare le acque di scarico in una risorsa per l’edificio stesso – spiega Barbara Sarnari, coordinatrice del progetto per Svi.Med. – attraverso la raccolta e il trattamento delle acque grigie provenienti dai lavabi della scuola che vengono riutilizzate per lo scarico dei servizi igienici. Quindi, un chiaro e concreto esempio di “economia circolare” e decentralizzazione nella gestione”.

L’impianto, chiamato Wall2Water (W2W), uno dei primi a scala reale in Italia e in Europa, è stato progettato da IRIDRA e realizzato nell’ambito del progetto internazionale NAWAMED “Nature Based Solutions for Domestic Water Reuse in Mediterranean Countries” che ha promosso l’applicazione di tecnologie e misure innovative sostenibili a basso costo per l’utilizzo di risorse idriche non convenzionali a fini domestici e che ha realizzato attività anche in Libano, Giordania e Tunisia.

 

 

 

 

 

Da un progetto, quanti vantaggi!

I risultati sono diversi. Intanto, il risparmio di acqua e quindi di denaro: il consumo idrico medio stimato in tutta la scuola, rispetto alla presenza di 190 alunni, ammonta a circa 8.600 litri al giorno. Di questi, circa 1300 litri d’acqua al giorno alimentano il muro verde, producendo acqua trattata che viene riusata per lo scarico dei servizi igienici. La Parete verde consente un risparmio di acqua potabile pari a circa 1000 litri per studente per anno, permettendo di coprire il 25% del fabbisogno idrico per le cassette dei WC dell’intera scuola. Inoltre, grazie al recupero delle acque grigie, gli scarichi in fognatura sono ridotti per una quantità di circa il 10% delle acque scaricate giornalmente dalla scuola.

Poi, un potenziale (non misurato) efficientamento energetico grazie al rinfrescamento della scuola e dell’area attorno prodotto dalla Parete verde. La riqualificazione urbana: la Parete verde ha migliorato l’estetica della scuola e dei suoi dintorni, spronando la comunità a sanare il luogo e ad averne cura. Da ultimo, ma non meno importante, la valenza sociale ed educativa del progetto: “Abbiamo scelto la parete di una scuola – approfondisce il sindaco Giansiracusa – per lanciare un messaggio educativo ai giovani studenti che non solo sono divenuti protagonisti in prima persona del progetto ma che sono anche testimoni di quanto una volontà possa trasformarsi in realtà concreta che può contribuire a cambiare il presente e il futuro; di quanto la tematica ambientale interessi ciascuno di noi, oggi, non domani; di quanto anche una piccola azione possa generare una sana contaminazione di idee e di progetti. Perché l’impegno green di Ferla non si ferma alla sua Parete verde e perché Ferla è divenuta esempio virtuoso che valica i confini comunali per coinvolgere altre e più ampie realtà italiane e non solo”.

 

Tutti parlano di Ferla

La Parete verde di Ferla ha ricevuto diversi riconoscimenti – da ultimo è stata inserita tra le migliori 10 proposte per il Premio per lo sviluppo sostenibile 2023; inoltre, è stata scelta come set per le riprese del pluripremiato cortometraggio “Gocce di Rugiada” che promuove il riuso idrico e le soluzioni naturali (curato da Iridra & Svi.Med. e prodotto nell’ambito di NAWAMED). Ma c’è di più: l’esperienza della Parete verde è al centro di un altro progetto internazionale sostenuto da Svi.Med., URWAN, per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione e la resilienza dei rischi di catastrofi, tenendo conto degli approcci basati sugli ecosistemi.

 

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